A più riprese, nelle diverse
occasioni offerte da pubblici incontri seminariali e conferenze che sono stato
chiamato a tenere in diverse parti del mondo, sia come imprenditore che come
esperto UNEP, mi sono chiesto come sia possibile stabilire in maniera seria,
puntuale, inequivocabile, quei criteri di validità per certificare come “green”
un’impresa, oppure una pubblica amministrazione. Sarebbe forse sufficiente
prendere in considerazione strutture pubbliche e private che siano
semplicemente attente a ridurre gli impatti che le loro attività causano
all’ambiente e alla società?
Ci si potrebbe ad esempio sentire
tutelati in fatto di ambiente, semplicemente considerando come virtuosi
soggetti giuridici che adottano politiche di sostenibilità ambientale e che
privilegiano l’equilibrio tra l’offerta e l’acquisto di beni e servizi “green”?
Come potremmo, ad esempio, sapere che tutti questi aspetti e le suddette
condizioni siano veramente rispettate, poniamo il caso in una regione più volte
definita “verde” come la Puglia?
Ecco che in mio aiuto giunge un significativo contributo editoriale che esce
dalla casa editrice Edizioni Ambiente, sempre attenta a sollevare questioni
sostanziali e a proporre forti spunti di riflessioni in materia di stato
dell’eco-mondo e dell’eco-pensare a 360 gradi. Faccio riferimento, nello
specifico, al lavoro “Acquisti sostenibili. Imprese e amministrazioni pubbliche
per un’economia più verde e responsabile, di Silvano Falocco e Simone Ricotta.
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