lunedì 30 maggio 2016

Progenia srl a Brindisi
















Progenia opera nel campo della Procreazione Medicalmente Assistita avvalendosi di professionisti con esperienza ultradecennale e un consolidato know-how. Le coppie che si candidano ad affrontare un percorso clinico capace di lasciare spesso segni durissimi, vengono accolte con lo spirito di farle sentire a “casa propria” offrendo un percorso di servizio certo e chiaro. Dopo una apposita prenotazione, la coppia ha un primo colloquio di inquadramento teso ad instaurare un circuito virtuoso tra l'equipe ed i pazienti, capace  di  farli  sentire al centro di un processo che riconosca nei momenti della Diagnosi e della Cura due fasi di un “percorso esperto”, finalizzato alla riappropriazione progressiva del loro patrimonio riproduttivo, che è anche un patrimonio psico-affettivo ed  emotivo. La giunzione stretta della funzione Ambulatoriale con la Area Critica dei Trattamenti (Sala Operatoria, Laboratorio Embriologico e suoi annessi), non fa disperdere energie ed unicizza la sede del Percorso Diagnostico-Terapeutico. Inoltre, la sostanziosa ed aggiornatissima strumentazione clinica tesa all'esaltazione dell'imaging per lo studio della coppia, la filosofia di una perfetta produzione dei gameti femminili, con una funzione Andrologica bene  individuata, rappresentano le migliori premesse per un successo annunciato. Così le coppie che si rivolgono  al  Centro avranno  finalmente  la  garanzia di giungere a sottoporsi, là dove necessario, ad una Tecnica di Trattamento della Sterilità Maggiore o Minore, solo alla fine di uno screening opportuno e moderno. Sala operatoria ProgeniasrlDalla fase della Accoglienza e lungo tutto il percorso Diagnostico-Terapeutico della coppia, si pone una particolare attenzione alla personalizzazione della cura, adottando un trattamento specifico per ogni caso. La  nostra principale filosofia è la cura dei gameti. I nostri laboratori si avvalgono di strumentazione all'avanguardia per lo studio di questi.  I campioni seminali vengono indagati minuziosamente mediante un sistema Computerizzato (S.C.A.) che consente anche l'eventuale studio della frammentazione del DNA spermatico. Nei casi più delicati di Oligoastenoteratozoospermia e in campioni seminali ottenuti con prelievo chirurgico si potrà  ricorrere alla tecnica I.M.S.I. La scelta di terreni di coltura utilizzabili in determinate condizioni ambientali, riprodotte in maniera scrupolosa dagli incubatori di ultima generazione presenti all'interno dei nostri laboratori fanno si che le percentuali di fertilizzazioni ed impianto siano elevate. Gli incubatori consentono di avere un singolo ambiente per paziente, impedendo la dispersione della temperatura e dei gas durante le operazioni di apertura e chiusura dei medesimi. Nelle pazienti con età superiore ai 38 anni si potrà intervenire mediante Hatching sugli embrioni, accrescendone la possibilità di impianto.

Usa: oggi Memorial Day, quasi 150.000 soldati dispiegati nel mondo

martedì 17 maggio 2016

“Ode al vento (Una historia de antípodas)” di Pietro Berra (iQdB Edizioni di Stefano Donno) oggi in Cile alla Casa Museo di Pablo Neruda























Incontro con la poesia di Pietro Berra (Italia) e letture dal suo ultimo libro “Ode al vento” (Una historia de antipodas) edito da iQdB Edizioni di Stefano Donno . Presenta: Mariagrazia Muscatello
Martedì 17 maggio, ore 19, Fondazione Pablo Neruda / Casa museo La Chascona,  Fernando Márquez de la Plata 0192, Barrio Bellavista, Providencia (Santiago de Chile)
La sesta raccolta di poesie di Pietro Berra, con testo a fronte in spagnolo a cura del poeta cileno Mario Castro e di Mirna Ortiz, è un viaggio sentimentale, letterario e metaforico tra due paesi, l’Italia e il Cile, lontani geograficamente, ma sornpredentemente vicini dal punto di vista umano. Una ricerca di luoghi dell’anima, seguendo l’ispirazione dell’amore, dei paesaggi, della poesia (di Pedro Salinas e Pablo Neruda, in particolare) e degli emigranti del secolo scorso. “Ode al vento (Una historia de antípodas)” (42 pagine, 7 euro) del comasco Pietro Berra, alla sua diciannovesima pubblicazione in volume, la sesta in versi, propone un viaggio tra l’Italia e il Cile, che combina sogno e realtà, richiami poetici (un’eco di Neruda è presente, non a caso, fin dal titolo) e affettivi (la donna amata, che sulle ali della poesia si è trasferita da Santiago al lago di Como), stagioni della natura e della creatività umana, storie d’amore e di emigrazione. Il libro è inserito nella collana di poesia delle edizione I Quaderni del Bardo Edizioni curate da Stefano Donno, che puntano a recuperare il valore umano e sociale della parola poetica, vivendo nel rapporto diretto tra l’autore e il suo pubblico, fatto di incontri, più che di semplici presentazioni, anche a domicilio. E da una serie di incontri è nato questo libro: in primis quello tra Pietro Berra e Mirna Ortiz Lopez, che “Da opposti cieli guardavano / la stessa luna di novembre. // Lui dalla terrazza sospesa / tra il castello del Barbarossa / e le cime dei noci. / Lei sopra l’insegna del centro /commerciale di Ñuñoa” e poi con il poeta cileno (che vive tra la Svezia e la Romania) Mario Castro Navarrete, curatore della traduzione dei testi in castigliano con la collaborazione della Ortiz Lopez. Anfitrione di questi incontri il grande poeta spagnolo della generazione del ’27 Pedro Salinas (Mirna gli ha dedicato un gruppo su Facebook, che è stato luogo di conoscenza prima di quelli materiali) cui è dedicata l’epigrafe che apre il volumetto (“I cieli sono uguali / guardarli ci avvicina”). Le poesie sono tutte inedite, tranne una: la già citata “Luna di novembre”, che lo sorso settembre fu lanciata su piazza Duomo a Milano, assieme ai testi di altri autori cileni e italiani, in uno dei “Bombardeos de poemas” che il collettivo Los Casagrande sta organizzando da 15 anni nelle città che subirono ben altri bombardamenti durante le guerre. In quell’occasione di realizzò il finale, in qualche modo profetico, della poesia: “La notte che taglieranno il cielo / con un aereo per abbracciarsi / dall’altro lato del sipario / alzate la testa ai sogni: / sul mondo pioveranno bombe / di poesia”. Così come sono diventati materia e storia i versi della poesia che dà il titolo al libro, simbolicamente riportati sul risvolto di copertina: “Vento il mio cuore a forma di foglia / fallo volare fino alla casa / di Neruda, fa’ che si posi sul mosaico / del pavimento accanto ai miei piedi”. Un libro che è testimonianza della forza vitale della parola poetica e invito a seguirla con l’anima e anche con il corpo.

iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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Redazione - Mauro Marino
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Comunali Roma, Giachetti: "Nessun verdiniano in mie liste. Raggi? Da sin...

domenica 8 maggio 2016

Tarantulae – La notte della Taranta di Maurizio Nocera (iQdB Edizioni di Stefano Donno) per il Maggio dei Libri alla Biblioteca “G.Rizzo” di Cavallino (Lecce)



Tarantulae – La notte della Taranta di Maurizio Nocera (iQdB Edizioni di Stefano Donno) sarà presentato per il Maggio dei Libri e con il Patrocinio del Comune di Cavallino nell’ambito del progetto Autori a domicilio, da Alessandro Laporta (bibliotecario) e l’editore Stefano Donno  presso la Biblioteca Comunale di Cavallino “G.Rizzo” di  Via Amendola il 10 maggio 2016 ore 17,00. È da molto tempo che Maurizio Nocera si dedica alla ricerca sul Tarantismo (ne troverete testimonianza nella ricca bibliografia che chiude questo pamphlet), un modo per stare con i piedi, con le mani e con il pensiero nella Terra, con la sua Terra e con tutto il carico simbolico e magico che concima e cresce la particolarità salentina. In questo poema – “scritto a Badisco, forse in una notte d’agosto del 2015, davanti al mare che parlava alla luna”, Maurizio Nocera rende omaggio, a tre grandi personalità: il danzatore Giorgio Di Lecce, il tamburellista Uccio Aloisi, lo studioso Sergio Torsello. Loro, con la complessità del tarantismo, a vario titolo, hanno avuto a che fare, segnando la storia di questo fenomeno nella contemporaneità. Poi, “La Notte della Taranta”, la catarsi collettiva, il fascino e il richiamo di una forma antica e il suo resistere al e nel Tempo. Il sibilare e il battere delle pelli dei tamburelli muove ancora il cercare… Non c’è quiete, tutto si fa ritmo, musica; quella anima del Salento, essenza del “sentire”, prima arte, sua intima poesia. La Notte di Melpignano di questo “sentire” è manifesto e laboratorio. C'è una Taranta, un “morso” necessario, quello che il tempo provoca con le sue storture: il brutto che invade, la precarietà, il disagio, la guerra sempre presente nelle cronache del Mondo. Un “morso” che chiama alla presenza. La musica di questo deve farsi carico. La catarsi della festa non è evasione, distrazione, dimenticanza, pausa. Nell'incanto della trance è sempre necessario trovare l'energia della consapevolezza. “Bellu l'amore e ci lu sape fare” canta la pizzicarella: un amore largo, vasto per quanta è vasta la terra. Accoglierla per intero significa portarla alla sua essenza di natura, d'Amore, appunto. Abbraccio che si oppone, resiste e tenta di trovare soluzioni, il passo possibile, la necessaria armonia. (Mauro Marino)
Maurizio Nocera è nato a Tuglie, nel Salento, nel 1947. Numerosissime le sue pubblicazioni e le iniziative editoriali che lo vedono coinvolto. E’ socio ordinario della Storia Patria per la Puglia dal 1980.

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Brennero: il corteo degli anarchici finisce in guerriglia urbana